Riflessione di Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza, per la Giornata della Memoria.
“Il pericolo dell’oblio c’è sempre. Io penso che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà solo una riga sui libri di Storia e poi neanche più quella”. Questa l’amara considerazione della Senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre. Gli antichi greci usavano il termine “alètheia” in cui etimologicamente all’alfa privativa iniziale segue la radice “lath”, cioè dimenticare. Alètheia dunque è ciò che non è stato dimenticato, ciò che è stato rivelato e non è più nascosto. Non a caso il fiume Lete nella mitologia greca è il fiume dell’oblio. La verità sta nel non dimenticare e l’oblio è un problema vero per una vera classe dirigente: possiamo dimenticare che l’Europa Unita nacque soprattutto come reazione etica e morale a quanto era accaduto nella prima metà del Novecento? Ecco perché la Shoah non può essere rimossa dalla nostra Storia, non può finire nell’oblio: ecco l’alètheia, la verità rivelata che non può essere dimenticata.
La Shoah non è una questione che riguarda solo la comunità ebraica, che celebra la Giornata del ricordo dell’Olocausto in primavera: riguarda noi tutti e a noi parla di una amara verità. Una verità che per noi italiani parla delle tragiche leggi razziali, parla di tradimenti, delazioni, deportazioni, violenze e morte: non possiamo far finta di niente e pensare che quella responsabilità fu solo tedesca e solo dei nazisti. Quella terribile pagina di Storia è la nostra Storia ed essa è un monito perché non solo narra delle follie a cui possiamo giungere, ma insiste a rammentare a chi gestisce il bene comune la necessità dell’etica, dei doveri morali di solidarietà, fratellanza e giustizia che sempre devono ispirare il nostro agire. Papa Benedetto XVI, citando Sant’Agostino, disse al parlamento tedesco: “Togli il diritto e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti? Noi tedeschi sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto, era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio”. Possiamo noi dimenticare questo pericolo, far finta che non esista a maggior ragione oggi quando l’umanità vede prospettarsi concreto il rischio di un conflitto nucleare? La Giornata della Memoria oggi deve spingere tutti a guardare al nostro futuro attraverso il nostro passato perché la notte della ragione è sempre in agguato e, come sempre, genera mostri.