«Ritengo che la revisione intermedia della politica di coesione 2021–2027, presentata dalla Commissione europea, rappresenti un passaggio cruciale per noi tutti e per i nostri territori – ha dichiarato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza, intervenendo oggi alla riunione della Commissione COTER (Politica di coesione territoriale e bilancio dell’UE) del Comitato europeo delle Regioni – È una revisione che va nella direzione giusta: semplifica alcune regole, introduce più flessibilità e riconosce che le sfide di oggi – dal caro energia alla crisi industriale, dai cambiamenti climatici all’impatto della guerra – richiedono risposte più rapide, concrete e territoriali. Questo vale in particolare per le aree più fragili: penso ai territori rurali, che spesso fanno fatica a intercettare le opportunità europee, e alle zone colpite da un forte calo demografico.
Inoltre, non possiamo ignorare la crisi del settore automobilistico, che in molte Regioni europee rischia di mettere in difficoltà intere filiere – ha sottolineato il Presidente – La transizione ecologica è necessaria, ma deve essere giusta: deve accompagnare i cambiamenti, non abbandonare le comunità che li subiscono. Ritengo poi positiva anche la scelta di rafforzare il principio di partenariato. Dare un ruolo attivo a chi vive e amministra i territori – Regioni, Comuni, imprese, società civile – significa costruire politiche pubbliche più efficaci, più credibili e capaci di produrre risultati duraturi. Ma questa revisione, da sola, non basta. Serve oggi il coraggio di avviare riforme sostanziali: semplificare davvero le procedure, rafforzare la capacità amministrativa locale e assicurare maggiore coerenza tra fondi europei e strategie nazionali. Non possiamo limitarci a usare le risorse: dobbiamo metterle al servizio di una trasformazione vera. La politica di coesione è viva, attuale, ed è una chiave per affrontare le transizioni in corso. Ma dobbiamo continuare a migliorarla, perché nessun territorio si senta escluso e nessuna comunità venga lasciata indietro.»