Si è tenuto ieri pomeriggio il convegno “70 anni dopo la firma dei trattati di Roma: le Regioni e gli enti locali al centro delle politiche dell’Unione europea”, presso l’Aula Giulio Cesare del Campidoglio, organizzato dalla Conferenza con il supporto della Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni.

«In Campidoglio fu firmato un Trattato che non era solo giuridico, ma morale e politico – ha dichiarato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza – Un patto tra nazioni che avevano conosciuto l’orrore della guerra e che scelsero, insieme, la strada della pace, della cooperazione, della fiducia. Oggi quel patto è più vivo che mai. Ma ha bisogno di essere rinnovato, di essere alimentato con idee, energie e visioni nuove. E io credo che le Regioni e gli enti locali possano offrire molto in questo senso. Perché sono vicine ai cittadini, perché conoscono i problemi reali, perché sanno costruire soluzioni condivise.»

«Regioni e Comuni rappresentano il cuore pulsante dell’Europa, il primo riferimento per i cittadini – ha dichiarato Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea capitolina – È attraverso gli enti locali che si costruisce fiducia, inclusione e coesione. Per questo vanno valorizzati come collegamento diretto con l’Unione Europea, perché possano essere protagonisti di un futuro europeo più vicino ai territori e più capace di rispondere ai bisogni reali delle comunità. E proprio da qui, insieme, dobbiamo rilanciare il sogno di un’Europa più unita e forte, una vera Unione degli Stati europei».

Kata Tüttő, Presidente del Comitato europeo delle Regioni, ha sottolineato il valore della collaborazione con la Conferenza e aggiunto: «Celebriamo questo anniversario mentre l’idea stessa di un’Europa delle Regioni, con una politica regionale orientata a ridurre i divari e a dare sostanza alla collaborazione tra i diversi livelli di governo, è sotto attacco. L’iniziativa promossa oggi dalla Conferenza è quindi preziosissima per ribadire insieme che le Regioni e le città europee non consentiranno di smantellare la politica di coesione e si opporranno, insieme a tanti governi e parlamenti nazionali e al Parlamento Europeo, ai tagli e a una centralizzazione che spingerebbe le realtà locali ai margini del progetto europeo.»

«Siamo contrari alla centralizzazione della politica di coesione – ha dichiarato Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte e Capo della Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni – Vogliamo garantire che le Regioni e le specificità dei territori siano al centro delle politiche europee. Le politiche di coesione dell’Unione Europea sono straordinariamente rilevanti per il presente e il futuro dei territori, per la riduzione delle disuguaglianze delle opportunità, per ripristinare o mantenere servizi di cittadinanza essenziali. Con sano pragmatismo la Delegazione italiana – che ho l’onore di rappresentare – ha su questo una posizione condivisa in un’istituzione importante come il Comitato europeo delle Regioni.»

«I trattati di Roma hanno fatto l’Europa – ha concluso Tommaso Foti, Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNNR – Oggi l’Europa deve tenere presente il ruolo fondamentale delle Regioni e degli enti locali che sono al centro della politica di coesione dell’Europa stessa.»

Al convegno sono intervenuti anche Loredana Capone, Roberto Ciambetti, Roberto Paccher e Piero Comandini, rispettivamente i Presidenti dei Consigli regionali di Puglia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Sardegna, Marco Marsilio, Presidente della Regione Abruzzo, Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio, e Roberta Angelilli, Vicepresidente della Regione Lazio.

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