«È sempre più evidente, anche alla luce della recente Comunicazione della Commissione europea sull’Unione delle Competenze, che l’Europa debba investire subito nelle competenze giuste per affrontare le sfide della doppia transizione, digitale e verde – ha dichiarato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza, intervenendo oggi alla riunione della Commissione SEDEC (Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura) del Comitato europeo delle Regioni – L’Anno europeo delle competenze ci ha lasciato un’eredità importante: la consapevolezza che senza formazione non c’è competitività e che senza competenze non c’è coesione sociale. È necessario, però, tradurre questa visione in azioni concrete e questo potrà essere fatto solo partendo dai territori. È il momento di portare l’Unione delle Competenze nei territori, tra la gente, là dove si costruisce davvero il futuro dell’Europa attraverso ecosistemi formativi su misura, che rispecchino le vocazioni economiche regionali e rispondano alle esigenze concrete dei territori. La chiave di successo sta nei partenariati. Imprese, enti di formazione, amministrazioni locali: solo insieme potremo realizzare programmi di riqualificazione efficaci, soprattutto nei settori emergenti come il digitale e la robotica, rafforzando non solo la competitività della nostra forza lavoro, ma anche la resilienza delle nostre economie locali. La formazione dei lavoratori rappresenta, oggi più che mai, una leva strategica per rafforzare le imprese. Oggi sono le imprese a sostenere gran parte della formazione professionale: destinare una parte del Fondo Sociale Europeo Plus a questo obiettivo può fare davvero la differenza. Dobbiamo investire nello sviluppo di competenze strategiche e affrontare, con decisione, la carenza di manodopera.

Allo stesso tempo – ha sottolineato il Presidente – c’è anche una battaglia di equità da combattere. Troppi giovani nelle aree svantaggiate restano esclusi dalle opportunità formative. I fondi europei devono servire a colmare questo divario, contrastare l’esodo e costruire territori più coesi e inclusivi. Dobbiamo rilanciare settori chiave come l’agricoltura e la manifattura. Solo integrando competenze digitali e ambientali nei percorsi formativi e attivando apprendistati su misura, potremo affrontare – e vincere – la doppia transizione verde e digitale. Infine, non possiamo restare indietro sull’intelligenza artificiale. Serve più analisi, più consapevolezza, più visione sull’impatto che avrà su mestieri e competenze. Se vogliamo che l’Europa resti all’avanguardia dobbiamo prepararci oggi, con coraggio e determinazione. Investire nelle competenze oggi è l’unico modo per avere un’Europa più forte domani

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