“22 anni fa si compì il più grave attentato della storia degli USA, una ferita di migliaia di morti, alcuni dei quali non hanno ancora oggi un nome. Quell’attentato, le cui immagini rimangono ancora incancellabili nella memoria collettiva, ha cambiato la Storia recente, gli assetti geopolitici mondiali e trasformato la stessa opinione pubblica. L’11 settembre 2011 ha rappresentato una data discrimine, che non ha segnato solo alla fine del mito dell’invulnerabilità americana, ma anche imposto la revisione della mappa del potere a livello mondiale. Le storie personali di migliaia di uomini e donne, le vite dei singoli, si sono intrecciate inestricabilmente con il percorso della Storia rendendo di fatto necessario un cambio di paradigma. A distanza di oltre due decenni, affinché di quell’atto non rimanga solo la dura e nuda cronaca e il conto delle vittime, abbiamo il dovere morale di non limitarci alla commemorazione: siamo infatti chiamati a compiere una riflessione sul presente, in un momento in cui il contesto internazionale è ugualmente scosso da lacerazioni e in cui la pace non solo è costantemente minacciata da più parti, ma sembra addirittura un’utopia”.

Lo afferma Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza.

Noam Chomsky, filosofo, teorico della comunicazione e pacifista, ci ha lasciato una grande lezione e delle parole assai lucide, che di fatto ci impongono – in particolare a quanti di noi ricoprono incarichi pubblici nelle vesti di amministratori e politici – di scansare letture troppo semplicistiche e analisi superficiali. Chomsky ha affermato che ‘il nuovo millennio ha rapidamente prodotto due nuovi e terribili crimini, che si sono andati ad aggiungere al triste elenco di quelli che ancora persistono. Il primo è stato l’attacco terroristico dell’11 settembre; il secondo, la risposta a quell’attacco, che sicuramente sta chiedendo un tributo ben più grande di vite innocenti’. Credo che quest’analisi debba rappresentare il punto di partenza, proprio oggi, per affrontare un momento storico cruciale. Se è sempre difficile analizzare il presente nel momento contingente, dimostrando spesso come quelle che indossiamo siano lenti sfocate, dal crollo delle torri gemelle abbiamo però tratto un insegnamento che oggi torna prezioso: l’11 settembre ricorda infatti a tutti noi che l’informazione e la trasparenza sono gli strumenti più validi per prevenire conflitti futuri. Su questo, il nostro impegno deve essere quotidiano, in un quadro nazionale e internazionale”, prosegue il Presidente.

“Non posso non chiudere con un pensiero, infine, rivolto a tutti coloro che 22 anni fa hanno perso la vita, alle loro famiglie, ai sopravvissuti e a chi ancora porta addosso i segni di quell’atto di terrore: a tutti costoro va il mio ricordo e la mia vicinanza”, conclude il Presidente Ciambetti.

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